Coraggio
Dopo la fede, il coraggio è stata la seconda pietra che ho trovato e che ho cercato di incorporare nella mia vita.
Da
bambina ho vissuto con una madre che sembrava sempre piena di rabbia e
questo fatto ha generato dentro di me una costante sensazione di paura e
di ansia.
Mi
convinsi di essere come il leone vigliacco che era nato senza coraggio.
In seguito osservai un caro amico che provava a insegnare il coraggio
alla sua bambina chiedendole di fare delle piccole cose, come andare da
sola a comprare il gelato o nell'area giochi spingersi più lontano di
quanto fosse confortevole per lei, mentre lui restava seduto a guardarla
facendole cenni di incoraggiamento. A un certo punto la bambina imparò a
essere sicura di sé e in questo modo sviluppò il coraggio che era
dentro di lei. Da questo ho imparato che tutti nasciamo con il coraggio
dentro di noi ma che ha bisogno essere coltivato.
Il
coraggio non ci appare senza un prevalente senso — sia reale che
immaginario — di pericolo o rischio. Questa minaccia può essere esterna e
manifestarsi come una minaccia fisica o può essere interna ed essere
sperimentata come un pericolo psicologico e spirituale. Sono convinta
che la maggior parte delle persone intenda il coraggio in senso fisico.
Riusciamo a essere coraggiosi se sottoposti a un dolore continuo? Quanto
velocemente crolleremmo se venissimo torturati? Può la nostra mente
controllare la risposta del nostro corpo alla paura? Abbiamo una
risposta innata alla paura: lotta oppure fuga.
Scegliamo
se lottare o fuggire, oppure anche questa è una risposta automatica?
Quanto del nostro tempo passiamo preoccupandoci di una minaccia fisica
che non si realizza mai e quanto di quel tempo che passimo
preoccupandoci della paura aumenta le nostre paure?
In
una prospettiva spirituale la paura può essere associata a una
mancanza di fiducia in noi stessi e in quello che definiamo Dio. Ci
viene detto di "non temere" perchè Dio è con noi. Un tempo pensavo: "Ma
allora qual è il vantaggio di avere Dio con me? Ho ugualmente paura."
Con il tempo e la pratica ho imparato a sviluppare un coraggio di fondo
che non viene intaccato dalla paura. Può ancora succedermi di
dimenticare che il mio coraggio, come la mia fede, è sempre con me, ma
poi mi sveglio e ricordo di appoggiarmi al coraggio che è sempre stato
dentro di me.
Una
delle cose che ho notato vivendo in Italia è l'assenza di quella che io
chiamo "paura d'atmosfera". Gli italiani sanno che i terroristi sono
reali, ma sanno anche che è più probabile morire in autostrada che di
essere uccisi dai terroristi, e lo dicono con una risata e un'alzata di
spalle. In generale in Italia l'atmosfera non è di paura. Com'è che noi
americani ci lasciamo manipolare così tanto dai nostri demoni e dalle
nostre paure? Durante un recente viaggio negli Stati Uniti sono rimasta
molto sorpresa da quante storie raccontate dai notiziari televisivi
erano stiorie di minaccia alla nostra sicurezza. Questa escalation di
minacce fa salire le nostre paure alle stelle e fa sì che il nostro
coraggio sparisca in cantina.
Credo
che il primo passo per ritrovare il nostro coraggio sia la
consapevolezza di questa paura d'atmosfera. Siamo a rischio in questo
momento? Siamo minacciati da violenza o malattie? Se non lo siamo è
tassativo tenere presente che in questo momento siamo al sicuro. Poi
troviamo un simbolo che rappresenti il nostro coraggio, come una pietra,
una canzone, una poesia, o una preghiera. Quando abbiamo paura
afferriamo il nostro simbolo fino a quando il coraggio non sia visibile.
Per
concludere dico che non devi avere paura, perchè tutto ciò di cui hai
bisogno sei te stesso e troverai il coraggio quando ne avrai bisogno.
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